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Alluminio anodizzato: caratteristiche principali

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L'alluminio anodizzato è un alluminio sottoposto a quel processo chimico che conferisce uno strato di ossido superficiale al metallo. Il processo galvanico di anodizzazione dell'alluminio prevede una prima fase di sgrassatura della superficie del materiale, una seconda fase di anodizzazione e una terza fase di fissaggio del trattamento. Sostanzialmente il processo di elettrolisi libera ossigeno che a sua volta interagisce con il metallo ossidandolo, cioè creando uno strato compatto che aderisce sulla superficie.

Alluminio anodizzato, le caratteristiche principali

Le fasi di anodizzazione dell'alluminio gli conferiscono caratteristiche nuove, rendendolo adatto a sostenere l'utilizzo a cui è destinato.

  • Durezza: l'alluminio che ha subito il processo di anodizzazione è un materiale molto più duro e duraturo.

  • Leggerezza: lo strato ossidativo non influenza negativamente il peso dell'alluminio che resta comunque leggero.

  • Resistenza: il processo migliora il livello di resistenza alla corrosione, all'usura e all'azione degli agenti atmosferici.

  • Lavorabilità: l'allumino anodizzato è un metallo che si presta ad altri tipi di lavorazioni, prima tra tutte la verniciatura.

  • Bellezza: il trattamento dona un espetto esteriore gradevole che permette di utilizzare l'alluminio anodizzato anche per finalità estetiche.

Ma allora viene da chiedersi quale tipo di anodizzazione di alluminio scegliere? Quando si parla di anodizzazione di alluminio si fa riferimento al momento in cui il pezzo di metallo viene immerso in una soluzione acida sottoposta a corrente continua. 

In realtà le aziende specializzate sfruttano la tecnica di anodizzazione naturale e quella di anodizzazione colorata in base all'impiego a cui è destinato l'alluminio. Il motivo principale è che anodizzare l'alluminio sempre nello stesso modo potrebbe conferire al metallo caratteristiche inadeguate per l'uso finale.

 

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